Descrizione : Il Nobel a Mario Vargas Llosa
Quest’anno l’Accademia Reale svedese ha conferito il premio Nobel per la letteratura a Mario Vargas Llosa. Il premio Nobel, in tutte le sue declinazioni, è probabilmente una delle ultime cose serie che esistano al mondo. Il Nobel per la letteratura a volte viene conferito ad autori quasi sconosciuti al grande pubblico, ma sempre a giusta ragione: l’autore sconosciuto, grazie al premio, diviene famoso, troviamo i suoi testi in libreria e scopriamo quanto egli abbia meritato il riconoscimento; è il caso di Herta Müller, poetessa romena di lingua tedesca, che ottenne il Nobel l’anno scorso. Altre volte, il premio va ad un autore già consacrato, a buon diritto, dalla fama. È il caso di Vargas Llosa. L’Accademia ha legittimato la consolidata esperienza letteraria, umana e ideale di un grande maestro e chi già amava i suoi libri, assegnando a essi un posto speciale nella propria biblioteca, è come se fosse stato, un po’, premiato anche lui.
Ora dovremmo parlare di Mario Vargas Llosa, inutile; preferiamo dare la parola a lui, riportando un brano del suo bellissimo saggio, “È pensabile il mondo moderno senza il romanzo?”, pubblicato in Italia da Einaudi nell’opera Il Romanzo - volume primo, La cultura del romanzo.
“Noi lettori di Cervantes o di Shakespeare, di Dante o di Tolstoj, ci sentiamo membri della stessa specie perché, nelle opere che hanno creato, abbiamo imparato quello che condividiamo in quanto esseri umani, ciò che sussiste in tutti noi al di là dell’ampio ventaglio di differenze che ci separano. E nulla difende l’essere vivente contro la stupidità dei pregiudizi, del razzismo, della xenofobia, delle ottusità localistiche, del settarismo religioso o politico, o dei nazionalismi discriminatori, meglio dell’ininterrotta costante che appare sempre nella grande letteratura; l’uguaglianza essenziale di uomini e donne in tutte le latitudinie l’ingiustizia rappresentata dallo stabilire fra loro forme di discriminazione, dipendenza o sfruttamento. Niente, meglio dei buoni romanzi, insegna a vedere nelle differenze etniche e culturali la ricchezza del patrimonio umano e ad apprezzarle come una manifestazione della sua molteplice creatività.
Leggere buona letteratura è divertirsi, certo; ma, anche, imparare, nel modo diretto e intenso che è quello dell’esperienza vissuta attraverso le opere di finzione, cosa e come siano, nella nostra interezza umana, con le nostre azioni, i nostri sogni e i nostri fantasmi, da soli e nell’intelaiatura delle relazioni che ci legano agli altri, nella nostra presenza pubblica e nel segreto della nostra coscienza, quella complessissima somma di verità contraddittorie – come le chiamava Isaiah Berlin – di cui è fatta la condizione umana".
Grazie, Maestro, e congratulazioni.
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